ABYDOS, EGITTO: IL TEMPIO CHE SETI I HA DEDICATO A OSIRIDE
Abydos, considerato luogo sacro sin dall’antichità,
è ancora avvolto da un’aura di mistero
Importante epicentro del culto di Osiride, una delle più antiche necropoli dei re delle prime dinastie, che lo preferirono per la loro sepoltura, Abydos, per oltre tremila anni, fu il luogo prescelto per la venerazione del Dio. Si riteneva fosse sepolta lì la sua preziosa testa.
Il mito di Osiride è una storia di amore e di morte
Dio della fertilità, amatissimo dalla dea dell’amore Iside, sua sorella e moglie, venne annegato dal fratello Seth, che, non contento, lo smembrò in 14 parti e ne disperse i pezzi per tutto il Paese. Iside ritrovò 13 parti del corpo dell’amato, mancava la parte virile del Dio, e, con l’aiuto della sorella Nefti e di poteri magici, lo riportò in vita. Non potendo più vivere sulla Terra, Osiride divenne dio e Giudice Supremo dei Morti e il potente Horus, nato dall’unione tra i due innamorati, affrontò vittoriosamente lo zio Seth per vendicare il padre.
Arrivando nel sito di Abydos, da un lato circondato da uno spettacolare territorio desertico, che spazia fino a raggiungere l’orizzonte, e dall’altro dalla fertile valle del Nilo, spicca il Grande Tempio di Seti I, uno dei più completi e solenni templi di tutto l’Egitto! Seti I, faraone nella XIX dinastia, regnò mirabilmente in un momento storico cruciale. Fu destinato a riportare l’ordine religioso nel Paese e a ristabilire la sovranità nei territori a est, minacciati dal rafforzamento degli Ittiti. Un periodo di instabilità causato dalle precedenti scelte politiche e dalla rivoluzione religiosa attuate dal faraone Akhenaton, che trasferì la capitale da Tebe ad Amarna e proclamò Aton unico dio, rappresentato iconograficamente soltanto da un disco solare con dei lunghi raggi.
Costruito in fine pietra calcarea, con un’inusuale pianta a “L”, il tempio, dedicato a Osiride, ha decorazioni superbe. Osiride, Iside, Horus, Amon-Ra, Ra-Horakhty, Ptah e Seti I divinizzato: a tutte le divinità del pantheon egizio sono dedicate singoli straordinari santuari proprio per affermare con forza che, nonostante il periodo di Akhenaton, la religione tradizionale fosse ritornata nel culto di Amon.
Un personale omaggio ai re del passato è rappresentato dalla straordinaria Lista Reale di Abido, voluta da Seti I nella Galleria dei Re. Incisa su un muro del tempio, contiene i nomi dei 76 faraoni che lo avevano preceduto, omettendo quelli ritenuti non graditi, come il faraone-donna Hatshepsut, Akhenaton e i suoi eredi. Un’Importantissima testimonianza, che ha permesso di ricostruire la sequenza dei sovrani a partire dalla I dinastia!
Dal tempio, una scala conduce all’Osireion. Il mistero avvolge l’imponente costruzione ipogea con monoliti in granito rosa, lisci e perfettamente levigati, privi di geroglifici, incastrati e soprapposti con una precisione assoluta. Costruito ad un livello più basso, con un approccio architettonico completamente diverso da quello del tempio, il monumento sepolcrale è in parte sommerso dall’acqua. Nonostante la datazione sia ancora incerta e tante siano le congetture che alimentano le leggende legate all’Osireion, gli egittologi lo attribuiscono a Seti I, che lo edificò dove si riteneva fosse custodita la venerata testa di Osiride utilizzando l’acqua come simbolo a sostegno della credenza che il dio fosse sepolto su un’isola.
Seti I ci ha lasciato un capolavoro ricco di atmosfera e di significato per la nuova epoca, consolidata ulteriormente dal suo successore, il figlio Ramses II, considerato uno dei più grandi faraoni di tutti i tempi.
Dopo la morte del padre, Ramses II fece costruire un altro tempio nelle vicinanze, di cui rimangono preziose rovine, con stupende decorazioni e geroglifici.