CONSIDERAZIONI (AMARE) DI UN ADV DI RITORNO DALLE MALDIVE: IL PRIMA IL DOPO E UN PO’ DI DURANTE.
Marco Borghesi è un amico, ma soprattutto uno stimato e conosciuto agente di viaggio di Roma, contitolare di TiBiWorld. La scorsa settimana è stato alle Maldive e questo è il suo racconto di viaggio, uno spaccato della reale situazione e delle speranze, angosce e delusioni che il mondo del turismo intermediato sta subendo, da parte di una politica impreparata e spesso improvvisata, miope e forse anche un po’ irresponsabile.
Marco, grazie per la tua testimonianza che ci piace condividere.
Il mio ultimo viaggio intercontinentale risaliva a fine del 2019, decisamente altri tempi. Nel 2020 avevo già in agenda inspection e visite in Nepal, India, Qatar, Thailandia, Uzbekistan… Nessuno poteva immaginare accadesse quanto ancora stiamo vivendo oggi.
A settembre ho ricevuto l’invito per andare a visitare un resort alle Maldive, atollo di Haa Alifu, il penultimo resort più a nord presente in quest’area, a 70′ di idrovolante da Male: l’Hideaway Beach Resort & SPA, un 5* non molto conosciuto sul mercato italiano.
“Vieni a trovarci quando vuoi, ma diccelo con anticipo, perché siamo sempre all’80-90% di occupancy” mi scrivono da lì. Con 3-4 mesi di anticipo rischio di non trovare posto?! Decido di far passare l’Epifania e di prenotare poco prima della metà del mese di gennaio.
Non nascondo che gli ultimi giorni prima di partire non ho voluto vedere telegiornali o leggere notiziari, altrimenti la fantasia ed il sogno di staccare totalmente la spina dopo 2 anni di inferno per tutti noi del settore, avrebbe potuto vacillare. Ho chiesto ai miei pazienti colleghi di non incontrarci di persona da Natale in avanti, solo smart working, sono andato in giro quasi con il burqa, prima di iniziare tutti gli adempimenti necessari per partire.
Quale occasione migliore per provare di persona i “corridoi turistici covd-free“?
Da dicembre, a Roma, è iniziata la corsa al tampone: prenoto con notevole anticipo il PCR presso un laboratorio privato, 2 giorni prima di partire e risultato in italiano/inglese e numero del passaporto sul referto.
Il pomeriggio prima di partire arriva l’esito: negativo. Posso partire e, non mi vergogno a dirlo, mi commuovo. Si, affiorano i dolori di questi 2 anni, sento un piccolo traguardo vicino, dopo l’enorme tensione, in attesa dell’esito.
Non so come avrei reagito ad un esito positivo del tampone.
Avevo puntato molto su questo viaggio, speravo di poter recuperare un pochino di serenità, necessaria per essere costruttivo e programmare il futuro della mia TiBiWorld.
A gennaio le compagnie aeree iniziano a cancellare diversi voli intercontinentali, tra cui il mio, per mancanza di equipaggi: la nuova variante covid colpisce anche loro. Per fortuna ho scelto Qatar Airways, 2 voli al giorno da Fiumicino e non sono costretto a modificare date che ormai sono diventate intoccabili. Aspetterò un po’ di più a Doha, ma partirò ugualmente. Peccato che nel frattempo siamo passati in “red list” per il Qatar, quindi non potrò approfittarne per fare un giretto a Doha e nel deserto. Sarà per il prossimo giro…
Ora è il momento di sedersi davanti al computer e cominciare con pazienza certosina ad espletare tutte le formalità richieste in questo momento storico: devo compilare l’Imuga per entrare alle Maldive (attenzione: esito automatico immediato e validità 48h dalla compilazione con orario maldiviano), mi preparo il Travel Pass (bello farlo per se stessi, una volta tanto!), prenoto il tampone rapido a Fiumicino per il giorno del rientro che dovrebbe essere obbligatorio di rientro dai corridoi turistici, compro mascherine FFP2 a sufficienza per dare vita ad un nuovo business (magari alle Maldive?), faccio il web check-in, non prima di aver tediato la paziente Donatella Marcocci di Qatar con mille dubbi.
Dovrebbe essere tutto… a parte tutti gli adempimenti per il ritorno, compreso il PCR in uscita dalle Maldive. Ah no! Stampo cartaceo il mio Super Green Pass, poi devo anche mettere qualcosa in valigia, oltre lo stock di mascherine FFP2!
E così la mattina presto, dopo una notte di attesa, sfreccio verso l’aeroporto, con tante sensazioni contrastanti: una gioia devastante come se fosse il mio primo viaggio (e per molti versi lo è), preoccupazione (avrò dimenticato di fare qualcosa che mi impedirà di partire?), curiosità (come sarà l’aeroporto adesso?), e volare con una soffocante mascherina per 5 ore potrà essere peggio che fare 4-5 piani a piedi con la mascherina sul viso?!
La sensazione di volare, con tutte le nuove regole
Arrivare a Fiumicino adesso è semplice, parcheggi liberi ovunque, zero caos all’esterno. Si entra tutti da una sola porta al Terminal 3, indossando correttamente la propria FFP2 sul viso. Al check-in Qatar Airways, c’è l’unica fila di tutto il terminal, mi controllano il passaporto, il PCR ed il Super Green Pass: tutto ok, ma allora parto sul serio!?!?
L’aeroporto è desolante, tutti i banchi dei check-in sono concentrati al T3, nel T5 ci sono alcune poltroncine ma non esistono più i banchi dei check-in!
Un lungo ed unico pannello recita “lavori in corso”, ma il terminal è inutilizzato.
Arrivo al controllo di frontiera e… mostro al poliziotto il passaporto ed il PCR, ma il Travel Pass non hanno neanche idea di cosa sia! Ma come?! Senza Travel Pass non potrei partire e neanche me lo chiedete?! Mi imbarco sulla navetta interna su rotaia, abbastanza arrabbiato e sale ulteriormente lo sconforto: tutti i finger sono vuoti, non ci sono aerei sulla pista, a parte le poche compagnie intercontinentali. Non si vede nemmeno un aeromobile ITA Airways, ma ci sono quelli con la livrea Alitalia… Leggo poi, proprio oggi, che AZ diverrà la low-cost di ITA: che brutta fine per la nostra storica compagnia di bandiera…
Un’ora prima imbarco ed eccomi seduto a bordo di uno splendido Boeing 787 Dreamliner, rigorosamente mascherato FFP2, come ricorda la crew nel p.a.
L’aereo è nuovissimo, con i finestrini oscurabili elettronicamente, una vasta scelta di intrattenimento di bordo anche in lingua italiana (anche sul volo DOH-MLE), 80cm di spazio con il sedile davanti (per me che sono alto quasi 2 metri una bella comodità), prese elettriche USB per tenere in carica gli smartphone. Insomma non manca niente, si può viaggiare comodi, anche in economy.
Piuttosto strano togliersi la mascherina per mangiare, però poi pensi che sei a bordo con tutte persone che hanno fatto un test molecolare negativo e quindi cerchi di non concentrarti troppo su questo.
Maldive: come è la situazione e come possiamo paragonare Italia e paesi esteri
Arriviamo a Doha: uno splendido aeroporto, moderno, pulito, funzionale e… affollato! Un traffico di persone quasi come in era pre-covid. E ti fai ancora più domande: ma allora noi italiani…?
Questo viaggio, mi ha dimostrato ancora una volta che, fuori dalla bolla mediatica terrorizzante che viviamo in Italia, la maggior parte delle altre nazioni, VIAGGIANO.
Vogliono partire? Si mettono la mascherina e salgono su un aereo!
Noi siamo seppelliti di regole, che le povere compagnie aeree non sono in grado di gestire ed, evidentemente, non vengono informati neanche i punti di frontiera su tutta la burocrazia da esperire.
Ci bombardano di numeri e divieti a partire per questa o quella destinazione, poi gli italiani stanno a casa (o quelli più smaliziati partono ugualmente con alcuni semplici stratagemmi via altrove) mentre gli altri vanno quasi normalmente in vacanza!
L’arrivo alle Maldive regala le stesse sensazioni di Doha: è pieno di gente. Poi il Velana è molto più piccolo, i counter dei resort sono sempre lì stipati gomito a gomito, c’è un formicolio di persone, minivan, auto (!), yacht, barche veloci. All’arrivo c’è la consueta sfilza di cartelli con gli assistenti dai vari resort. L’Hideaway ha tre lounge per i suoi ospiti: una al terminal dei voli domestici al Velana, una al terminal B degli idrovolanti ed una all’aeroporto di Haanimadhoo (l’aeroporto più a nord delle Maldive, che si trova a 20′ di barca veloce dal resort). Ho la fortuna di partire in idrovolante, per 70′ bellissimi minuti di volo (in precedenza i miei voli in idrovolante non avevano mai superato i 35′), ed iniziare a sognare con i magnifici colori dell’Oceano Indiano.
Perché l’italia ha questi limiti e gli altri paesi no?
Mentre volo sopra atolli ben conosciuti, (Hideaway dista circa 300km da Male) mi chiedo se tutti questi paletti per i viaggiatori italiani abbiano ancora un senso. Forse sono troppo di parte, non sono abbastanza lucido dopo 2 anni di stop forzato e c’è qualcosa che mi sfugge. Ma un virus che diventa meno letale, una persona vaccinata, la mascherina in aereo, un’assicurazione affidabile, tamponi all’andata e al ritorno. Cosa altro dobbiamo fare? Perché noi no e gli altri invece viaggiano quasi a cuor leggero? Durante il mio soggiorno ho incontrato inglesi, giapponesi, cinesi, brasiliani, arabi. I resort maldiviani stanno facendo offerte, anche se hanno un buon riempimento, per invogliare comunque a partire.
L’arrivo all’Hideaway è splendido, l’isola rigogliosa, il mare ha dei colori incredibili, ti senti subito in vacanza appena scendi dall’idrovolante: cortesia, discrezione, grande privacy, maggiordomo dedicato alla tua villa sempre a disposizione via WhatsApp. Non vi sono costrizioni, ma tutto il personale indossa sempre la mascherina chirurgica e gli ospiti possono limitarsi a stare in costume e rispettare il distanziamento sociale, che poi alle Maldive, sembra sempre di stare da soli in spiaggia!
E così dopo pochi minuti, abbandoni la maledetta mascherina fino al volo in idrovolante di rientro, inforchi la bicicletta e cominci a vagare per questa grande isola da sud a nord (è lunga oltre 1 km). Sono presenti 3 ristoranti di ottimo livello, 2 bar, l’house-reef si trova a 5 metri dalla riva, senza particolare fatica si vedono tartarughe marine, razze, aquile di mare, squaletti di barriera, pesci coloratissimi e delfini. Il corallo è in ripresa dopo periodi di sofferenza, come in tutte le Maldive, ma è vivo, ci sono buoni colori e tantissima vita marina anche solo facendo snorkeling.
Cosa si dovrebbe fare per far ripartire la macchina turistica
La comunicazione ed il rispetto di regole chiare, sarebbero importantissimi. Mi è già capitato di sottolineare che trovo il Travel Pass una grande opportunità, da sfruttare, ma servono i controlli!
Al rientro l’Imuga di uscita dalle Maldive lo hanno verificato, ma il PLF non lo hanno neanche aperto. Far capire alle persone che non possono prenotarsi da soli, rischiando di rendere la vita difficile alle autorità in caso di problemi all’estero, sarebbe fondamentale. Se non prenoti tramite agenzia di viaggi non parti!
Le persone devono affidarsi a professionisti del turismo, che oltre a consigliare ed indirizzare verso il viaggio giusto, sono in grado di aiutare in caso di problemi una volta in viaggio. Il valore di una buona assistenza al viaggiatore è enorme.
Basta Lista E! Vi sono paesi dove la situazione del virus è preoccupante? Ok blocchiamo i viaggi verso quelle destinazioni, ma apriamoci al mondo. Manteniamo l’obbligo dei tamponi, tanto ormai fanno parte del nostro quotidiano. Continueremo a farli, per adesso. Ma apriamoci al mondo, in uscita ed in entrata.
Considerazioni (amare) e sensazioni
Dopo un viaggio di questo livello, in luoghi così rigeneranti, qualche pensiero positivo, affiora. Probabilmente immotivato, vista la comprovata ottusità dei nostri governanti, che ci impediscono di lavorare, senza aiutarci in maniera tempestiva.
Gli agenti di viaggio hanno sempre dovuto cavarsela da soli; dopo ogni catastrofe internazionale si sono rialzati, senza l’aiuto di nessuno.
Le proporzioni di questo momento, però, superano qualsiasi precedente e purtroppo non possono non aver fatto vittime tra colleghe e colleghi.
Ma io voglio sperare che stiamo affrontando l’ultima salita, che si potranno presto raggiungere altre destinazioni extra-Europa, che gli italiani sapranno privilegiare un viaggio curato da professionisti, rispetto ad uno fai-da-te che nasconde tante insidie.
Il mondo è bellissimo, viaggiare insegna sempre qualcosa ed abbiamo perso 2 anni di esperienze: troppi!
Sarà sicuramente un nuovo modo di viaggiare, con più adempimenti, a quelli penseremo noi, i tour operator assieme alle agenzie.
Questo è il mio auspicio, per tutti noi.