Siwa: natura, storia e cultura nella famosa oasi in Egitto

Oasi di Siwa: bellezza naturale, storia, cultura e l’Oracolo di Amon nella famosa oasi in Egitto!
Foto in copertina da Wikipedia Autore Heksamarre
L’oasi di Siwa è un’area protetta situata nell’ovest dell’Egitto, nella regione del deserto del Sahara, tra il Great Sand Sea nel deserto del Sahara e la Depressione di Qattara, che raggiunge i 18 metri sotto il livello del mare, in una zona remota accessibile solo tramite una strada lunga e tortuosa dalla città più vicina, Marsa Matrouh.
È famosa per la sua bellezza naturale, la storia antica e la cultura locale unica. La città principale, chiamata Siwa, come l’oasi, fu fondata in epoca preistorica e in passato era un centro di commerci e di cultura. L’oasi è anche nota per i suoi numerosi santuari e templi antichi, tra cui il tempio di Amenhotep III e il tempio di Alessandro Magno. L’oasi di Siwa è un luogo popolare, che attira turisti e studiosi da tutto il mondo, sia per il suo stupendo paesaggio naturale che per la sua storia, per l’archeologia e la sua cultura, un insieme di caratteristiche che rendono la località meritevole di essere esplorata e scoperta.

La cultura di Siwa è unica e diversa da quella del resto dell’Egitto. La popolazione locale è composta principalmente da berberi, un gruppo etnico che parla una lingua berbera, e segue tradizioni e costumi diversi da quelli degli egiziani, conservando le usanze culturali dei propri antenati, molto radicati nella comunità. La loro cultura è fortemente legata alla natura e alla vita nell’oasi, con una forte enfasi sull’agricoltura e sulla conservazione dell’acqua. Siwa è anche nota per la sua arte, l’architettura e l’artigianato, tra cui spiccano stupendi tessuti, ceramiche e gioielli.
Uno degli aspetti culturali più notevoli di Siwa è l’abito tradizionale. Gli uomini in genere indossano una lunga veste bianca chiamata gallabiya, mentre le donne indossano abiti dai colori vivaci decorati con intricati e preziosi ricami. I Siwan sono noti anche per i loro gioielli tradizionali, in particolare i braccialetti d’argento e d’oro indossati sia dagli uomini che dalle donne.
Il governo egiziano ha recentemente investito in un progetto per preservare e valorizzare la cultura locale dell’oasi, attraverso la costruzione di un nuovo museo e la promozione di attività culturali come la cucina locale, l’artigianato e la musica.

L’oasi di Siwa ha una lunga storia, con tracce di insediamenti umani che risalgono al Neolitico. Durante l’antichità, era famosa per le sue risorse naturali, tra cui acqua, sale e olio d’oliva e per la sua posizione strategica lungo le rotte commerciali del deserto del Sahara. Nel corso dei secoli, l’oasi ha visto il susseguirsi di diversi civiltà e governi, tra cui gli egizi, i greci e i romani. Il periodo egizio è particolarmente importante nella storia di Siwa come testimoniato dai numerosi santuari e templi antichi rinvenuti nell’oasi.
L’archeologia è un’altra importante peculiarità di Siwa. Gli scavi archeologici hanno portato alla luce una serie di siti antichi, tra cui tombe, palazzi e fortezze. Uno dei siti più famosi è la fortezza di Shali, costruita nel 12° secolo e utilizzata come residenza dai governatori locali. Recentemente è stata restaurata ed è possibile visitarla.

Nell’oasi di Siwa si trova il tempio di Amenhotep III, costruito nel 14° secolo a.C. che è uno dei siti più antichi e famosi dell’oasi, restaurato e aperto al pubblico.
Il tempio di Alessandro Magno, costruito nel 4° secolo a.C. in onore del famoso conquistatore greco, rappresentava un luogo di culto per gli antichi egizi, che veneravano il divino Alessandro. Situato sulla sommità di una collina nell’area intorno a Siwa, è ancora molto apprezzato per l’architettura greca unica, per i suoi affreschi e per la presenza di una statua del dio-re egiziano Amon, oltre all’importanza storica che riveste.
Alessandro Magno raggiunse l’oasi forse in pellegrinaggio e presumibilmente seguendo gli uccelli attraverso il deserto, ma i motivi che spinsero il faraone d’Egitto a raggiugere Siwa, dopo aver fondato la città di Alessandria, rimangano in una certa misura imperscrutabili e tuttora oggetto di dibattito.
Nell’antichità, Siwa era nota per il tempio dedicato al dio Sole, per gli Egizi Amon, che ospitava un celebre oracolo. Secondo Erodoto, la tribù libica che abitava l’oasi era quella degli Ammonii. Nel VI secolo a.C. l’imperatore persiano Cambise II, dopo avere sottomesso l’Egitto, cercò di conquistare l’oasi con un esercito che si perse nel deserto senza più fare ritorno.
Gli antichi egizi consideravano Siwa un luogo sacro e si credeva che fosse il sito dell’Oracolo di Amon, una potente figura religiosa che veniva consultata su questioni importanti dagli antichi egizi. All’oracolo del dio Amon, assimilato dai Greci a Zeus, si rivolse, tra gli altri, Alessandro Magno, ricevendone vaticini particolarmente favorevoli e la consacrazione a figlio della divinità, oltre a quella di legittimo faraone d’Egitto. Per i grandi vincoli che univano il conquistatore macedone all’oracolo, molti sostengono che egli abbia scelto di farsi seppellire proprio nell’oasi, e non ad Alessandria, come comunemente si ritiene. Le rovine del Tempio dell’Oracolo, risalente alla XXVI dinastia, sono ancora oggi visibili nel paese.
Altri importanti siti archeologici dell’oasi includono il tempio di Gaddafah, il tempio di Shali e le rovine di Aghurmi, un antico santuario dedicato al dio locale dell’oasi di Siwa.
Durante il periodo islamico, Siwa fu governata da varie tribù arabe e divenne un importante centro per la cultura islamica. La famosa moschea della città, la Moschea del Sultano, risale al XII secolo è una testimonianza del ricco patrimonio islamico della città.
Geograficamente, l’oasi di Siwa si trova in un’area desertica e montuosa, circondata da una grande distesa di dune del deserto del Sahara, Great Sand Sea, e palme da datteri. È composta da una serie di laghi e sorgenti d’acqua sotterranee, che regalano attimi di freschezza in mezzo al deserto e che hanno permesso alla vita di prosperare in questa zona arida. La vegetazione è abbondante, con palme da datteri, ulivi, melograni e fichi che crescono in abbondanza. La natura selvaggia dell’oasi di Siwa offre un contrasto sorprendente con il deserto che la circonda e attrae molti visitatori alla ricerca di un’esperienza di viaggio unica.
L’oasi è anche famosa per i suoi laghi salati, tra cui il lago di Siwa, situato nella parte centrale dell’oasi, che attira molti uccelli migratori e altre specie acquatiche, popolare per praticare attività come la pesca e il birdwatching e per la presenza di un’interessante fauna selvatica.

Dopo essere stata per tanti anni una località poco raggiungibile, anche per la vicinanza con la Libia, oggi Siwa si sta aprendo al turismo, con ottime prospettive, potendo offrire, oltre ai resti del tempio dell’Oracolo e ad altri monumenti di epoca egizia, la sua vegetazione rigogliosa, numerose vasche di acqua dolce sorgiva a diverse temperature adatte ai bagni e anche sabbie particolarmente indicate per sabbiature curative.
Nonostante l’afflusso dei visitatori che raggiungono Siwa per vivere l’esperienza di vita autentica in un’oasi, lontani dal trambusto delle principali città egiziane, l’oasi ha visto preservati il suo stile di vita tradizionale e la sua cultura, grazie anche ad un lungo periodo di isolamento. I Siwan amano accogliere i turisti a braccia aperte e sono desiderosi di condividere il loro stile di vita con coloro che sono interessati a saperne di più sulla loro comunità.
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