Abu Simbel, Egitto: il salvataggio dei templi di Ramses II raccontato da un testimone dell’epoca

Abu Simbel, Egitto: il salvataggio dei templi di Ramses II raccontato da un testimone dell’epoca
Condividi

Ad Abu Simbel una complessa opera ingegneristica moderna convive con una straordinaria opera che gli antichi egizi hanno destinato all’eternità

Abbiamo il piacere di condividere un’intervista realizzata da Panorami d’Egitto, una nota pagina social di Facebook nata per divulgare la storia, la cultura e le tradizioni del Paese, fondata e gestita da Angela Tibiletti.

Il Geom. Eraldo Saccardi racconta il lavoro svolto per il salvataggio di Abu Simbel

Roberto Mulargia e Angela hanno incontrato il signor Eraldo Saccardi, che nel 1966 all’età di 24 anni partecipò in qualità di geometra, esperto topografo, all’imponente opera di salvataggio del complesso templare di Abu Simbel, che rischiava di essere sommerso a causa dell’inevitabile e progressivo innalzamento del livello delle acque del lago Nasser, l’invaso artificiale formatosi a seguito della costruzione della Grande diga di Aswan sul fiume Nilo.

Abu Simbel

Con grande simpatia e lucidità, il geometra Eraldo racconta interessanti dettagli del lavoro svolto sul campo e mette a disposizione fotografie originali che testimoniano lo sforzo di tutta la comunità internazionale per salvare un importante patrimonio dell’umanità, trasferendo i due templi di Abu Simbel in un sito più idoneo, nel rispetto delle caratteristiche originarie, 65 metri più in altro e circa 200 metri più indietro rispetto alla posizione iniziale.

Abu Simbel
Abu Simbel

Subito dopo l’inizio della costruzione della diga, nel 1960, l’UNESCO lanciò un appello internazionale per salvare i templi di Abu Simbel. Il progetto richiese l’impegno di un consorzio di imprese e coinvolse numerose nazioni, più di duemila uomini con diverse professionalità e un impegno finanziario considerevole. Un evento straordinario che ha lasciato una traccia indelebile nella storia dell’archeologia e dell’ingegneria.

Il progetto fu molto complesso, si svolse in tre fasi principali, iniziò nel 1963 e terminò con successo nel 1968 e richiese una progettazione accurata e tecniche di costruzione avanzate.

Abu Simbel

Ad Abu Simbel fu costruita inizialmente una diga di sbarramento per proteggere il complesso templare dall’innalzamento delle acque durante la fase dei lavori. Si procedette, poi, alla rimozione dei templi dalla posizione originaria all’interno della roccia segmentandoli in numerosi blocchi in modo da essere trasportati nel nuovo sito. Furono specialisti tagliatori di marmo italiani a tagliare i preziosi templi in blocchi, utilizzando seghe a mano, fino a 15 cm dalla parte a vista, per avere tagli più piccoli. Inoltre, per ottenere tagli precisi ed evitare la dispersione di frammenti, sui blocchi, in corrispondenza dei tagli, vennero messe delle garze di protezione.

Successivamente, i templi furono rimontati rispettando il perfetto posizionamento dei blocchi in una collina artificiale e, infine, furono ripristinati i rivestimenti delle aree circostanti utilizzando il materiale di roccia originario.

Abu Simbel
Abu Simbel
Abu Simbel

Per la costruzione della collina artificiale fu creata una cupola in cemento armato, che avrebbe ospitato i templi nella nuova collocazione, in modo da non gravare con il peso del materiale sovrastante.

L’impresa titanica fu portata a termine con successo e gli straordinari templi di Abu Simbel consegnatici dagli antichi egizi sono destinati a vivere per l’eternità.

Parliamo di Abu Simbel

Abu Simbel è un sito archeologico che si trova nell’attuale Egitto meridionale e ospita due grandi templi dedicati al faraone Ramses II e alla regina Nefertari. Scavati all’interno della roccia di arenaria affacciata sulle rive del fiume Nilo, furono completati nel 1265 a.C. e rappresentano uno dei più straordinari capolavori dell’architettura egizia.

Abu Simbel
Tempio di Ramses II – foto Alessandra Fiorillo

Il tempio principale di Abu Simbel fu costruito per celebrare la grandezza di Ramses II, delle sue gesta, tra cui la presunta vittoria nella battaglia di Qadesh contro i temibili Ittiti, e per onorare le divinità tanto care agli Egizi.

Il tempio minore fu ideato come tributo alla regina Nefertari, l’amata Sposa Reale del faraone, ed è un inno d’amore per la consorte preferita da Ramses II, il quale, al fine di sottolinearne la sua posizione privilegiata, decise eccezionalmente di divinizzare la regina ancora in vita nella figura della dea Hathor, associata alla bellezza, all’amore, alla musica e alla maternità, e di farne scolpire l’immagine nella medesima dimensione di quella del sovrano.

Abu Simbel
Tempio della Regina Nefertari – foto Alessandra Fiorillo
Abu Simbel
Tempio della Regina Nefertari – foto Alessandra Fiorillo

La facciata del tempio principale di Abu Simbel è imponente e presenta quattro colossali statue del faraone seduto sul trono, ciascuna alta circa 20 metri. A confronto, l’ingresso del tempio sembra piccolo, ma esercita un irresistibile richiamo ad esplorarne l’interno.

Passo dopo passo, si attraversa la grande sala ipostila scortati lateralmente da otto statue del sovrano raffigurato con i tratti di Osiride, dio e giudice supremo del Regno dei Morti. Si procede in una seconda sala, decorata con preziosi rilievi, seguendo lo stesso percorso che più di 3200 anni fa condusse Ramses II nel cuore del tempio fino al prezioso Sancta Sanctorum, dove si recava con solennità ad omaggiare le statue delle più importanti divinità del Pantheon egizio a cui era devoto, tra cui quella che rappresentava sé stesso divinizzato in un unicum con il dio Ra.

Un team di raffinati architetti, astronomi, uomini con grande abilità manuale insieme ad una notevole forza lavoro, più di tre millenni fa, realizzarono un complesso templare maestoso creando un legame indissolubile tra la straordinaria cultura egizia e le avanzate conoscenze tecniche e astronomiche dell’epoca, regalando l’immortalità ad un importante faraone che entrò nella leggenda quando ancora era in vita.

Abu Simbel
Tempio di Ramses II – dettaglio del taglio fatto per segmentare i blocchi – foto A. Fiorillo

Gli antichi egizi realizzarono grandi opere utilizzando principalmente strumenti di pietra e di rame, come scalpelli, mazze e cunei per scavare la roccia, levigando le pareti con abrasivi naturali come la sabbia e decorando le aree interne con pigmenti naturali e materiali come il granito e la diorite.

Oltre alla suggestiva bellezza, la particolarità del tempio di Ramses II di Abu Simbel è rappresentata dall’orientamento del tempio e del suo santuario che, in due giorni all’anno, è perfettamente allineato con il sorgere del sole. Viene chiamato il “miracolo del sole” e ha un forte significato simbolico.

Il Sancta Sanctorum custodisce quattro divinità: Ptah, il dio delle tenebre, Amon-Ra, il dio del sole e padre degli dèi, Ramses II divinizzato e Ra-Horakhty, il dio Horus-falco con il disco solare.

Abu Simbel
Tempio di Ramses II: dalla Sala Ipostila al Sancta Sanctorum – foto Alessandra Fiorillo

Attualmente, all’alba del 22 febbraio e del 22 ottobre, che rappresentano le date dell’incoronazione e della nascita di Ramses II, i primi raggi puntano direttamente verso l’ingresso del tempio e senza esitare penetrano l’oscurità, avanzano con vigore e raggiungono la meta: la statua di Ramses II nel santuario attende l’abbraccio con il sole che irradia il volto del faraone con una forte energia, divinizzandolo, illuminando successivamente anche i due dèi che gli stanno accanto, ma lasciando il dio Ptah nell’oscurità.

Il sole ha onorato il divino Ramses II e, seguendo l’eterno movimento astrale, scioglie l’incantesimo e ritira i suoi raggi lasciando le divinità nuovamente nelle tenebre.

Il “miracolo del sole” celebra non solo la grandezza del faraone, ma evidenzia la genialità di uomini straordinari che concepirono e realizzarono un’opera consegnata ai posteri per rendere eterna la civiltà egizia.

Nell’effettuare il trasferimento del complesso templare di Abu Simbel fu rispettato l’orientamento originario in base alle coordinate geografiche e all’angolo di inclinazione del sole, in modo che il tempio di Ramses II potesse conservarne l’allineamento con il santuario nelle due date in cui avviene il “miracolo del sole”, posticipandole soltanto di un giorno e garantendone la continuità storica e culturale della costruzione.

Abu Simbel
Abu Simbel
Abu Simbel
Abu Simbel
Abu Simbel
Abu Simbel
Abu Simbel
Abu Simbel

Per altri articoli relativi all’Egitto clicca qui

Per informazioni aggiornate sulle norme di ingresso nel Paese clicca qui

Fonte video: Panorami d’Egitto – Fotografie fornite dal Geom. Eraldo Saccardi a Panorami d’Egitto

Redazione

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com