Il Museo Egizio di Torino si rinnova. 5 nuove sale raccontano la storia dell’istituzione (Italia)
L’ISTITUZIONE TORINESE APRE AL PUBBLICO CINQUE NUOVE SALE CON UN ALLESTIMENTO CHE CONIUGA ANTICO E MODERNO. I NUOVI AMBIENTI RICOSTRUISCONO INFATTI LA STORIA DEL PASSATO GRAZIE ANCHE ALLA TECNOLOGIA
L’anno 2019 si è concluso all’insegna dell’innovazione e del rinnovamento per il Museo Egizio di Torino: ricordiamo l’iniziativa TPOP – Turin Papyrus Online Platform, piattaforma open data attraverso cui è possibile consultare e studiare una selezione di papiri custoditi dal Museo, una collezione tra le più significative a livello mondiale che conta circa 700 manoscritti completi e 17mila frammenti. Adesso invece è la volta di un nuovo step: l’apertura di cinque nuove sale che ne raccontano la storia, una sorta di biografia per immagini e allestimenti che ripercorre la nascita e i momenti più importanti dell’istituzioni.
LA STORIA DEL MUSEO EGIZIO DI TORINO RACCONTATA NELLE SUE NUOVE SALE
Risale al 2015 l’inaugurazione della nuova configurazione del Museo Egizio, risultato del lavoro di rifunzionalizzazione che ne aveva trasformato gli spazi e ripensato gli allestimenti della collezione. A distanza di meno di cinque anni, il Museo adesso amplia il proprio percorso espositivo, dopo un intervento strutturale, realizzato nel corso dell’autunno, che ha dato nuova vita alle sale storiche dell’istituzione, ovvero gli ambienti con cui i visitatori iniziano il percorso al piano ipogeo dedicato al racconto sulle origini del Museo stesso. Le sale “biografiche” del Museo, quindi, si presentano ora con un aspetto e una modalità rinnovati, pur mantenendo l’attenzione rivolta al passato: uno dei cinque nuovi ambienti infatti ospita la fedele ricostruzione di una sala così come si presentava nell’Ottocento. La storia nel Museo Egizio di Torino inizia 400 anni fa, quando le prime antichità egizie approdano a Torino per volere dei sovrani di Casa Savoia. Successivamente, nel 1824, Re Carlo Felice acquista la collezione di Bernardino Drovetti, facendone il nucleo fondante del Museo, che nasce così in quello stesso anno. “L’esigenza di intervenire sull’assetto espositivo a meno di cinque anni dal riallestimento della collezione pone le sue basi nella natura stessa di un museo e dell’Egizio in particolare: questo è un luogo vivo, in continuo divenire, che muta e si evolve in virtù dei risultati della ricerca e del suo essere parte attiva della comunità”, ha dichiarato il direttore del Museo Egizio Christian Greco. “Cambiare e adeguare sé stessi è quindi una naturale vocazione per un’istituzione come la nostra”.
IL NUOVO PERCORSO ESPOSITIVO DEL MUSEO EGIZIO DI TORINO
Il nuovo percorso è frutto degli studi condotti dal curatore Beppe Moiso e dall’archivista Tommaso Montonati, ed è reso di facile fruizione dal progetto di comunicazione visiva realizzato dagli uffici del Museo in collaborazione di Nationhood per i prodotti multimediale, ricorrendo a immagini d’archivio, video e supporti digitali che si susseguono lungo le cinque sale.
La prima sala si apre con il racconto sulla nascita del rapporto tra Torino e l’antico Egitto, e ad accogliere il visitatore nella nuova area è la statua di Ramesse II, dopo la quale si svelano la Mensa Isiaca, la tavola metallica di provenienza romanica, e via via gli altri reperti che testimoniano la genesi della collezione, fra cui la riproduzione della testa con segni cabalistici, visualizzata in 3D su un apposito schermo, conservata ai Musei Reali, presso il Museo di Antichità di Torino.
Nall’ambito del progetto espositivo, particolare attenzione è stata riservata al voler introdurre il pubblico in una particolare esperienza “immersiva”: ovvero fargli visitare una sala museale ottocentesca, riproducente in maniera fedele l’allestimento di quel periodo storico, caratterizzata da una sorta di disordine che, più che ricordare la canonica sala di un museo, ricorda quella di uno studio, con reperti sparsi sul pavimento. Gli oggetti sono sistemati all’interno di alcune vetrine ottocentesche e, come allora, sono privi di didascalie, segno di una fruizione ancora riservata a pochi. È inoltre possibile vedere, grazie al prestito dei Musei Reali di Torino, una selezione delle oltre 3000 medaglie e monete di epoca tolemaica e romana facenti parte della collezione riunita da Bernardino Drovetti. Ecco le immagini del nuovo allestimento.
Fonte: artribune.com – Desirée Maida