L’ANTICA VIA DELL’INCENSO: DAL DESERTO DEL NEGEV ALL’OMAN IN UN VIAGGIO RICCO DI STORIA

L’ANTICA VIA DELL’INCENSO: DAL DESERTO DEL NEGEV ALL’OMAN IN UN VIAGGIO RICCO DI STORIA
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Enormi quantità di franchincenso, resina aromatica che un tempo valeva più dell’oro, venivano trasportate ogni anno lungo la Via dell’Incenso dal sud dell’Arabia al Mediterraneo, ispirando miti e leggende e influenzando la storia dell’umanità

Più o meno dall’inizio del III secolo a.C. al II d.C., la Via dell’Incenso costituì un importante sistema di rotte commerciali che dall’Egitto si dirigevano in Medioriente fino a raggiungere l’India. Il suo scopo era collegare il mondo mediterraneo con le località arabe in cui si vendevano franchincenso e mirra e i centri orientali che producevano incenso e spezie. Il declino di questo itinerario iniziò quando greci e romani decisero di trattare direttamente con l’India percorrendo antiche rotte marittime, ma esso continuò a essere utilizzato per qualche altro secolo. Percorrere la Via dell’Incenso era un azzardo per gli antichi, che si avventuravano in un territorio aspro e impervio con lunghe carovane di cammelli sui quali viaggiavano migliaia di persone. A causa della mancanza di mappe e strumenti nautici, della presenza di ladri e del fatto che i regni attraversati dalle carovane cercavano ogni pretesto per tassare i viaggiatori, la via non era fissa e spesso venivano ideati nuovi percorsi, il che condusse alcune città alla decadenza o alla prosperità, a seconda del percorso seguito dai cammelli.

Le merci trasportate erano molto preziose: spezie rare ed esotiche per uso alimentare, mirra e franchincenso per la preparazione di cosmetici e sale per conservare e cucinare. Il viaggio durava circa sei mesi e comprendeva più o meno 50 tappe e mantenersi in salute e vivi durante tutto il tragitto era un’autentica impresa. Per apprezzare al meglio l’importanza storica di questa via, tenete presente che nell’antichità il franchincenso era prezioso quanto l’oro, come dimostrano i doni offerti alla nascita di Gesù dai Re Magi secondo il vangelo: oro, incenso e mirra.

La Via dell’Incenso è l’occasione per un viaggio ricco di storia e personaggi indimenticabili, alla scoperta del mistero del deserto e di ciò che si cela oltre i suoi confini

Le imponenti rovine di Avdat ©Avi_Cohen_Nehemia/Getty Images

Il viaggio oggi

Il Deserto del Negev copre oltre metà della superficie di Israele; nonostante sia in gran parte spoglio e disabitato, rimarrete affascinati dalle basse colline di arenaria, dai picchi rocciosi e dalle fertili pianure. Quello che vi interessa, però, non è il paesaggio: siete venuti in questo deserto perché è stato il cuore dell’impero nabateo, e un tempo racchiudeva un tratto significativo dell’antica Via dell’Incenso. Le tracce di questa attività commerciale sono più visibili qui che in qualunque altra parte del mondo.

Potrete prendete un autobus per raggiungere le fortezze nabatee di Mamshit, Avdat e Shivta, costruite lungo le antiche strade dell’incenso e delle spezie per proteggere le carovane che portavano le loro preziose merci dall’Arabia meridionale al porto di Gaza, sul Mediterraneo. Presso Avdat, una città ben conservata che sorge su una collina da cui si domina il deserto, le rovine sono imponenti e i panorami straordinari. La salita è faticosa ma vale la pena di compierla.

La tappa successiva è Shivta, la città nabatea più isolata, dove si possono ammirare resti archeologici risalenti all’epoca in cui era un importante centro bizantino lungo la rotta carovaniera che collegava Egitto e Anatolia. Infine, l’autobus si fermerà a Mamshit. Sebbene meno spettacolare di Shivta, Mamshit è una delle antiche città meglio conservata: intere strade sono rimaste intatte e le rovine nabatee portate alla luce comprendono cisterne, torri di guardia, cimiteri militari romani e cimiteri bizantini, oltre a monete, chiese e mosaici. Vi stupirà scoprire che queste città riuscirono a fiorire in un deserto inospitale, come testimoniano i resti di roccaforti, caravanserragli e sistemi agricoli.

Dopo aver esplorato lo straordinario Negev, potrete dire di conoscere da vicino la Via dell’Incenso e la sua atmosfera

Le cascate di Ayn Athum, in Dhofar, Oman ©Mahmoud Ghazal/Shutterstock

Un’alternativa più breve

Il Dhofar, la provincia più meridionale dell’Oman, rappresenta una valida opzione per i viaggiatori che hanno poco tempo ma vogliono rivivere l’epoca d’oro del commercio dell’incenso. Questa storica regione è fortemente legata all’antica via del franchincenso, inoltre offre magnifiche spiagge, un’atmosfera rilassata e uno stimolante mix di etnie diverse. Visitate Mughsail, famosa per i violenti geyser marini che escono dalle falesie e i vicini boschetti di boswellia selvatica, e seguite le orme degli antichi mercanti acquistando un sacchetto di franchincenso raccolto nella zona presso il souk di Al-Husn.

Se state visitando Avdat, non perdetevi il Parco Nazionale di Ein Avdat©fredfroese/Getty Images

Una deviazione

Se state visitando Avdat, non perdetevi il Parco Nazionale di Ein Avdat, tra le principali attrazioni del Negev. Autentico scherzo della natura, racchiude una pozza di acqua ghiacciata nel deserto più torrido, alimentata da acque che scorrono in intricati canali. Al parco si accede con una passeggiata poco impegnativa attraverso un paesaggio incredibile, dominato da un canyon ripido e tortuoso. Potete anche raggiungere la sommità di una cascata che in inverno diventa davvero spettacolare, ricompensando della fatica e della spesa.

Un’autostrada nel Deserto del Negev, che copre oltre metà della superficie di Israele ©leospek/Getty Images

Fonte: lonelyplanetitalia.it

Redazione

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