CONGRESSO FIAVET LAZIO: UN’OCCASIONE QUASI SPRECATA, PER TUTTI

CONGRESSO FIAVET LAZIO: UN’OCCASIONE QUASI SPRECATA, PER TUTTI
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Fiavet dovrà affrontare il suo storico problema di comunicazione con la base, e abbandonare il vecchio vezzo di fare cose utili a tutti e tenersele per sé. Perché se non si risolve questo una filiera importante come quella del turismo resta esposta a ogni turbolenza, priva di ascolto sui tavoli che contano, di una visione d’insieme e di vera consapevolezza. Oltre al fatto che una comunicazione corretta impegna tutti, reciprocamente e positivamente, a prendere e mantenere impegni.

Il tema si è imposto nell’open forum che ha concluso il secondo congresso di Fiavet Lazio nelle sale del Park Hotel Villa Ferrata, tra il foliage autunnale dei Castelli romani: al tavolo per tutto il tempo la presidente nazionale Ivana Jelinic insieme a Stefano Corbari, presidente della regionale. Dibattito interrotto solo per pochi minuti dalla diretta su RaiNews24 che ha coinvolto Jelinic con Giorgio Palmucci, presidente dell’Enit, sulle prospettive dell’inverno. Perché se c’è una comunicazione di Fiavet che ora ha preso quota è quella con il pubblico dei consumatori, raggiunto dalle decine di interventi della presidente sulle reti TV nazionali.

Tanta formazione, forse troppa

Organizzato dall’impegno competente di Cristina Compagno e Luana De Angelis, il congresso ha riunito relatori di qualità e rappresentanti delle istituzioni – autorità locali e l’assessore al turismo del Lazio Valentina Corrado – intorno ai temi del presente e del futuro post-pandemico: abusivismo, nuovi turismi e nuove leve, relazione con i vettori, Mice, dialogo con la politica, dialogo tra operatori e agenzie, e molto altro. Al dibattito sono state affiancate molte ore di formazione con esperti di digital marketing, personal branding, assicurativo, business plan e fiscalità, comunicazione social e commerciale, perfino un corso di fotografia per Instagram.

Tanto e forse troppo, con la formazione spesso in contemporanea col dibattito, che ha mandato semi-deserte alcune sessioni, come l’importante open forum finale a cuore aperto, o quella in cui Federica Falchetti e Francesco Veneziano, professionisti del turismo candidati al consiglio comunale di Roma nelle ultime amministrative, hanno raccontato ai colleghi i meccanismi della politica e la scelta dell’impegno personale in difesa della filiera, malgrado la provata indifferenza dei 5mila elettori che della filiera fanno parte.

Tutto questo per i circa 40 associati che hanno partecipato investendo una quota totale di 60 euro tutto incluso, frazionabile per partecipare volendo anche a una sola giornata.

In primo piano nel congresso i nodi storicamente irrisolti dall’associazione che la pandemia ha portato al pettine, segnalati con la consueta passione da Ezio Biagioli, uomo di lunga militanza Fiavet: la debolezza di fronte alle istituzioni, che ha lasciato a lungo le imprese prive di sostegni economici e di informazioni tempestive sulle misure anticovid. E per l’appunto la poca comunicazione. Cause ultime e probabili della diffusa disaffezione della base, in particolare nel segmento dell’intermediazione “che forse ritiene – ha notato Corbari – di non avere bisogno di noi”.

Gli errori del passato, la fatica del presente, il ruolo delle regionali

“Errori ne son stati fatti molti – ha ammesso Jelinic – quando tutto andava bene. Poi però io ho affrontato in un solo mandato tre ministri diversi in quattro governi, chiedendo aiuto per le nostre imprese nel rispetto di precise procedure democratiche, riportando a giunta e consiglio nazionale. Senza millantare, come fanno altri, risultati improbabili e promesse vaghe ricevute da non si sa chi, per poi mettersi subito a fare business…Senza andare in piazza abbiamo lavorato per inserire agenzie e operatori nei decreti sui sostegni. E se gli aiuti tardano lo si deve anche alle imprese che non chiedendoli per loro motivi hanno causato il ricalcolo dell’erogazione tra quelle che l’hanno chiesto…nulla è semplice come sembra, c’è chi ti dice che i soldi arrivano tra due settimane, poi altre due  e si va avanti per mesi, e c’è un apparato dello stato sul quale spesso neppure il ministro di turno può intervenire…Sicuramente dobbiamo fare di più e meglio, ma la nostra comunicazione non è un proclama, è autorevole perché è autentica, corretta, verificata da avvocato e consulente. Perché se noi sbagliamo facciamo danni gravi alle nostre imprese”.

Dunque si è impegnato il presidente Corbari: “Se ora la presidenza nazionale sa comunicare al pubblico dei consumatori, noi regionali dobbiamo essere il suo braccio verso gli associati”.

Tra TO e agenzie, progetto per il nuovo corso

Commenta Carlo Terracciano, titolare del tour operator Viaggi Oggi: “Sono stati tre giorni di concretezza, niente politichese. E di questo va reso merito al presidente Corbari, che all’incontro ha dato precisamente questo taglio. Così dal dibattito con i tour operator è uscito un messaggio corale importante, con Massimo Diana di Ota, Daniela Narici di Sporting Vacanze di fatto concordi su una strategia di filiera per il futuro che io stesso condivido ampiamente: massima professionalità su entrambi i fronti, produzione e distribuzione, per trovare ogni volta un dialogo franco e chiaro; e poi molta flessibilità nei processi di booking e cancellazione, in difesa di un cliente esposto a grandi incertezze. Il problema saranno i vettori, se ne è parlato nel dibattito sul trasporto moderato da Ernesto Mazzi, che dovranno dire chiaramente da che parte stanno. 

“Massimo Diana è stato preciso: “Gli agenti di viaggi sono il nostro front office, noi il loro back office”. Perché ora bisogna ricomporre la filiera, se vogliamo affrontare isieme la concorrenza vera, che è quella delle grandi piattaforme B2C”.

“L’innovazione ha bisogno di esperienza

“Da questo congresso ho portato a casa solo cose buone: ben organizzato, temi di spessore, formazione molto utile, ad esempio su fiscalità e comunicazione. E poi persone di valore anche tra gli agenti di viaggi. Peccato siamo stati pochi, che molti non abbiano capito l’importanza di esserci”. Così Roberta Cocco, titolare di Vimar Viaggi a Grottaferrata.

“Si è parlato di nuovi turismi – aggiunge – molti credono non siano importanti. Invece il cambiamento arriva per tutti e non si fermerà, che lo vogliamo o no. Meglio cavalcarlo che subirlo, e farlo insieme. Per dire: blogger e influencer possono essere molto utili, è  gente che porta clienti, combatterli è inutile, sarà meglio affiancarli con un’assistenza professionale. L’innovazione ha bisogno di esperienza, e  l’esperienza di innovazione. Perché la tecnologia nel nostro mestiere non potrà mai sostituire l’umanità e la competenza, il turismo è un prodotto troppo complesso. E Fiavet è piena di esperienza.

“Io credo che non partecipare sia un errore, ma bisogna riagganciare i dettaglianti che sono una forza importante. Bisogna fare comunicazione, creare tavoli di lavoro, occasioni di scambio, ma anche workshop, vedersi e parlarsi. Io di congressi come questo ne vorrei almeno uno ogni due anni”.

Marina Firrao

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